RIFLESSIONI
IL GAC-FLAG SUD PONTINO E ISOLE PONZIANE
MODIFICATO LO STATUTO: MOLTE ASSOCIAZIONI E COMUNE DI MINTURNO GRANDI ASSENTI
Il settore della pesca è in crisi profonda, con i costi di gestione (gasolio in prima battuta) in costante crescita e la contemporanea diminuzione del pescato.
Anche per questa ragione l’Unione Europea ha deciso di stanziare importanti risorse ma soprattutto ha favorito l’aggregazione delle diverse marinerie. Per questa ragione sono nati i “Gac”, Gruppi di azione costiera destinati a diventare “Flag”, che altro non è che l’acronimo inglese con l’aggiunta del termine fisheries.
I Gac-Flag possono essere il futuro della pesca e del turismo responsabile e ecosostenibile.
Favorire indirettamente la produzione , la tutela ambientale e la sostenibilità della pesca, studiare soluzioni per aggredire i costi di gestione e dare valore aggiunto al pescato devono essere le priorità del prossimo Gac Flag. I protagonisti devono essere i pescatori con le istituzioni, pienamente coinvolte, che aiutano il percorso altrimenti rimarrà un poco trasparente stipendificio oltre che un carrozzone per i soliti noti.
I pescatori devono affrontare ogni giorno problemi concreti: dalle taglie minime al fermo biologico. E non sempre si è tutti d’accordo come ad esempio sul fermo obbligatorio.
Il Tonno è uno degli argomenti che più fa infuriare i pescatori, per la normativa cervellotica e perché la pesca è diventata una “questione di famiglia” delle marinerie campane e siciliane che quest’anno si sono spartite 450 tonnellate di pescato per 42 barche autorizzate. Ma c’è una novità: un emendamento ha proposto alla Commissione europea un aumento di 100 tonnellate per il 2017 e queste nuove quote saranno ad appannaggio anche delle barche della piccola pesca. L’emendamento deve essere ancora votato, ma c’è il via libera dell’Iccat (la commissione internazionale che tutela il tonno rosso) e questo è un parere importante, se non fondamentale.